MORO2020 L’EREDITÀ DELLE PAROLE E DEL CORPO DI ALDO MORO NELLA NOSTRA STORIA

Il gruppo Storia di Grande come una città presenta MORO2020. L’eredità delle parole e del corpo di Aldo Moro nella nostra storia, con Marco Damilano, Miguel Gotor, Fabrizio Gifuni, Francesco Biscione, Christian Raimo e Ilaria Moroni.
La mattina del 16 marzo 1978 in cui le Brigate rosse rapirono Aldo Moro, si votava la fiducia al quarto Governo presieduto da Giulio Andreotti. Per la prima volta il Partito Comunista partecipava alla maggioranza parlamentare che avrebbe sostenuto l’esecutivo. Ed era stato Moro a gestire l’accordo.

15 FEBBRAIO 2020
DALLE 19:00 ALLE 21:00
TEATRO VASCELLO
VIA GIACINTO CARINI, 78 ROMA

 

Dettagli: https://www.grandecomeunacitta.org/eventi-blog/amare-la-storia/moro2020

Portelli e Celestini: Roma occupata, clandestina, resistente

Per il ciclo Me ‘mpiccio, il gruppo storia di Grande come una città presenta:

Roma occupata, clandestina, resistente con Alessandro Portelli e Ascanio Celestini

Liceo Ginnasio Statale Orazio
Via Alberto Savinio 40, Roma
Giovedì 30 gennaio
dalle 17:30 alle 19:30

ore 17:30
Le ragazze e i ragazzi delle medie del circolo di lettura “I luoghi veri” presentano:
Voci della Roma Occupata
letture da Rosetta Loy, Anna Foa, De Benedetti, Lia Levi, Brecht

ore 18:00
Alessandro Portelli e Ascanio Celestini

Le Fosse Ardeatine rappresentano ancor oggi un banco di prova della coscienza delle nuove generazioni.

Quale memoria ha lasciato la strage nazista delle Fosse Ardeatine, 335 civili e militari italiani, prigionieri politici, ebrei o detenuti comuni, trucidati a Roma il 24 marzo 1944, come rappresaglia dell’attentato partigiano di via Rasella? La nuova edizione de L’ordine è già stato eseguito. Roma, le Fosse Ardeatine, la memoria di Alessandro Portelli, uscito nel 1999 e divenuto ormai un punto di riferimento sulla memoria del fascismo e dell’antifascismo, è l’occasione per tornare a parlarne.

L’autore è tornato a lavorare sul suo saggio bandiera, che ha gettato una luce sulle false notizie circolate in occasione del terribile eccidio delle Fosse Ardeatine. Ad arricchire questa edizione, in occasione dei vent’anni dall’uscita della prima, un saggio dedicato proprio alla memoria del nazifascismo e al suo rapporto con le più recenti riprese di sussulti fascisti e di letture revisioniste o svalutative della Resistenza.
Protagonista assoluta del libro è la voce diretta dei portatori della memoria: duecento intervistati, di cinque generazioni, e di diversissima estrazione sociale e politica (compresi fascisti ed ex fascisti).
Le voci di questo libro danno vita a una ricostruzione di grande respiro corale, che si struttura attorno all’elaborazione e alla codificazione di un linguaggio. In questa nuova edizione con un CD Audio l’autore ha raccolto le voci dei testimoni intervistati per la stesura del libro.

Ascanio Celestini, con Radio clandestina

Si tratta del monologo teatrale che Celestini ha composto ispirandosi al libro di Alessandro Portelli, “L’ordine è già stato eseguito”, in cui l’autore ricostruisce l’eccidio delle Fosse Ardeatine del 24 marzo 1944. Una storia raccontata dal ‘basso’, dalle strade e dai quartieri poveri di una Roma ferita da bombardamenti e rastrellamenti, brulicante di un’umanità offesa, umiliata da una vicenda atroce e incomprensibile. Di quell’umanità l’attore e scrittore fornisce un ritratto partecipato, come emerge dal CD allegato allibro, in cui lo spettacolo prende corpo e in cui la sua voce diventa quella di un’intera città. Completano l’opera uno scritto di Mario Martone e le testimonianze sulla strage raccolte da Alessandro Portelli.

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Dettagli:
https://www.facebook.com/events/610858479746170/

L’italia del ‘900 con Miguel Gotor, Franco Benigno e Giancarlo De Cataldo

https://www.grandecomeunacitta.org/eventi-blog/amare-la-storia/l-italia-del-novecento
 
A cura del gruppo di storia di Grande come una città, per il ciclo Amare la storia.
L’italia del Novecento
con Miguel Gotor, Franco Benigno, Giancarlo De Cataldo

29 gennaio 2020
dalle 17:30 alle 20:00
Liceo Scientifico Nomentano
via della Bufalotta, 229 Roma
Ingresso libero

Dopo le tre giornate del laboratorio dell’Atelier di Storia
Come si scrive una storia d’Italia? Laboratorio sul libro «L’Italia nel Novecento. Dalla sconfitta di Adua alla vittoria di Amazon» che hanno visto Miguel Gotor avvicinarci ai problemi dello storico, ai temi, i nodi e le interpretazioni ; del come e perché si scrive una storia d’Italia,
ci siamo dati appuntamento per parlare del libro una volta uscito.
Ne discuteremo con l’autore Miguel Gotor, con Franco Benigno, docente di storia moderna alla Scuola Normale di Pisa e Giancarlo De Cataldo magistrato e scrittore con l’introduzione di Christian Raimo.

L’Atelier si è tenuto tra il 3 e il 17 novembre diviso in tre parti
Dal 1919 al 1945: l’Italia fascista
Dal 1966 al 1980: la stagione dei movimenti tra speranze e tempeste
Dal 1992 al 2016: dalla «Repubblica dei partiti» alla «Repubblica dell’anti-politica»,

Nelle tre giornate abbiamo affrontato diverse prospettive legate al periodo storico preso in esame: come e perché si scrive una storia d’Italia; temi, nodi e interpretazioni; come nasce un libro di storia. Le fonti; la storia come cronaca.

Tutte le lezioni sono disponibili sul sito grandecomeunacitta.org e sul nostro canale youtube


Il libro
L’Italia nel Novecento è una storia del Paese-Italia e non soltanto della nostra nazione che ripercorre le tappe di una difficile modernizzazione tra l’Europa e il Mediterraneo.
Il lavoro presenta soprattutto due originalità. La prima: affronta i classici nodi della storia italiana con piena consapevolezza dei dibattiti revisionistici che hanno attraversato il confronto storiografico negli ultimi trent’anni, ma al tempo stesso li storicizza depurandoli della loro origine ideologica e militante. La seconda: offre una lettura sintetica, ma generale, di una serie di fenomeni – movimenti sociali, violenza politica, lotta armata, stragismo, terrorismo interno e internazionale – nell’arco lungo 1966-85, che ha dei tratti di novità e di presa di distanza, dovuti, anche in questo caso, a una ragione di tipo generazionale.

Miguel Gotor (Roma, 1971) insegna Storia moderna all’Università di Torino. È stato fellow presso «Villa I Tatti. The Harvard University Center for Italian Renaissance Studies» e senatore della Repubblica dal 2013 al 2018. Si occupa di santi, eretici e inquisitori tra Cinque e Seicento e di storia italiana degli anni Settanta del Novecento. Ha pubblicato, tra l’altro, I beati del papa. Santità, Inquisizione e obbedienza in età moderna (2002) e Santi stravaganti. Agiografia, ordini religiosi e censura ecclesiastica nella prima età moderna (2012). Per Einaudi ha curato le Lettere dalla prigionia di Aldo Moro (premio Viareggio per la saggistica 2008), la raccolta di scritti di Enrico Berlinguer La passione non è finita (2013) e ha pubblicato Il memoriale della Repubblica. Gli scritti di Aldo Moro dalla prigionia e l’anatomia del potere italiano (2011).
I precedenti interventi di Miguel Gotor a «Grande come una città», sempre nel ciclo Amare la storia, sono disponibili all’indirizzo:
https://grandecomeunacitta.org/index.php/iniziative/amare-la-storia
• Giuliano Turone, Miguel Gotor TRAME E MISTERI D’ITALIA del 25 marzo 2019 e
• Miguel Gotor: “Io ci sarò ancora”. Il sequestro e l’omicidio di Aldo Moro del 3 maggio 2019


Franco Benigno (Palermo nel 1955)
È ordinario di storia moderna alla Scuola Normale Superiore di Pisa. È stato preside della Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università di Teramo. È stato, inoltre, direttore dell’Istituto Meridionale di Storia e Scienze sociali ed è membro della redazione di varie riviste scientifiche, tra cui «Storica», che ha contribuito a fondare. Tra i suoi libri ricordiamo “L’ombra del Re. Ministri e lotta politica nella Spagna del Seicento”, Marsilio 1992; “Specchi della rivoluzione. Conflitto e identità politica nell’Europa moderna”, Donzelli 1999; “Le parole del tempo. Un lessico per pensare la storia”, Viella 2013; “La mala setta. Alle origini di mafia e camorra”, Einaudi 2015; “Terrore e terrorismo. Saggio storico sulla violenza politica”, Einaudi 2018

Giancarlo De Cataldo ( Taranto 1956)
È Giudice di Corte d’Assise a Roma. Scrittore, traduttore, autore di testi teatrali e sceneggiature televisive, ha pubblicato come autore diversi libri, per lo più di genere giallo. Collabora con “la Repubblica”. Tra i suoi libri ricordiamo “Romanzo criminale” (2002), “I Traditori” (2010), “Suburra” (2013) e “L’agente del caos” (2018) tutti editi con Einaudi.”

Si ringrazia la libreria Bookish e la libraia Giorgia Sallusti per aver messo a disposizione libri e professionalità.
 
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Fabio Ecca: I “pescecani di guerra”: la Grande Guerra e il suo dopoguerra tra politica, economia e morale.

Amare la storia, ciclo di incontri del gruppo Storia di Grande come una città presenta I “pescecani di guerra”: la Grande Guerra e il suo dopoguerra tra politica, economia e morale. incontro con lo storico Fabio Ecca.

La prima guerra mondiale è stata, oltre che uno scontro militare, anche un conflitto industriale in cui la qualità e la quantità della produzione hanno contribuito a sancire la vittoria finale. In Italia la guerra del 1915-1918 ha rappresentato non solo un volano per lo sviluppo industriale nazionale ma anche, e di conseguenza, un’occasione senza precedenti da parte di molti fornitori di prodotti a uso bellico per arricchirsi illecitamente ai danni dell’Erario pubblico.
Tra il 1920 e il 1922, sulla realizzazione di questi sovraprofitti e in risposta anche al trauma del conflitto, indaga, la Commissione parlamentare d’inchiesta sulle spese di guerra, che svelerà, almeno in parte, gli opachi rapporti creatisi nella straordinaria contingenza della Grande Guerra tra amministrazione pubblica e industriali italiani. Grazie al fondo omonimo, conservato presso l’Archivio storico della Camera dei Deputati, reso consultabile solo negli ultimi anni e, e analizzando il fondo Ministero Armi e Munizioni, Contratti presso l’Archivio Centrale dello Stato, è possibile oggi studiare e analizzare i cosiddetti lucri di guerra e ricostruire gli importanti fenomeni di speculazione che le industrie compirono durante e dopo il conflitto e che segnarono le politiche industriali italiani anche nei decenni successivi. Si tratta di un approccio innovativo che può contribuire ad aprire nuove scenari di ricerca sul tema della trattazione della Grande Guerra offrendo ulteriori spunti per affrontare una seria critica alla guerra e alla sua conduzione, soprattutto da un punto di vista organizzativo e produttivo.

Fabio Ecca, dopo essersi laureato in Storia e società presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi Roma Tre, ha conseguito il titolo di dottore di ricerca nel corso “Storia e scienze filosofico-sociali dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata con una ricerca intitolata Inchiesta sul sovrapprofitto: politica, amministrazione, imprese (1914-1922). Autore di numerosi saggi e contributi sul rapporto tra Stato e privati nei primi decenni del XX secolo, nel 2017 ha pubblicato per Viella il volume Lucri di guerra. Le forniture di armi e munizioni e i “pescecani industriali” in Italia (1914-1922). Le sue ricerche interdisciplinari si muovono principalmente tra storia politica e storia economica.

20 maggio 2019
dalle 18:00 alle 20:00
Sala Consiliare del III Municipio
Piazza Sempione, 15 Roma

* info: grandecomeunacitta@gmail.com
* accessibilità – non sono presenti barriere architettoniche
* linee ATAC – http://www.atac.roma.it
* fermata Sempione – linee 90, 69, 60, 337, 86



Grande come una città incontra Barca e il Forum Disuguaglianze Diversità. Assemblea aperta sulle 15 proposte per la giustizia sociale

La Scuola di politica popolare presenta un incontro tra Grande come una Città, Fabrizio Barca e il Forum Disuguaglianze e Diversità in un’Assemblea aperta sulle 15 proposte per una giustizia sociale. Una preziosa occasione per confrontarsi sulle difficoltà che ancora oggi, drammaticamente, abitano le aree interne del territorio nazionale e le periferie cittadine. Interverranno il Presidente del Terzo Municipio Giovanni Caudo e l’Assessore alla Cultura Christian Raimo. Lunedì 29 aprile 2019 dalle ore 17:30 alle 20:00 Sala Agnini – Viale Adriatico, 136 00139 Roma

Dopo due anni di lavoro, oltre cento persone coinvolte, trenta incontri in giro per l’Italia, il Forum Disuguaglianze e Diversità ha presentato il rapporto “15 Proposte per la giustizia sociale”: un pacchetto di proposte di politiche pubbliche e azioni collettive, ispirate dall’analisi e dalle idee di Anthony Atkinson, che intervengono su tre meccanismi di formazione della ricchezza: il cambiamento tecnologico, la relazione tra lavoro e impresa, il passaggio generazionale. 
Quindici proposte concrete, attuabili, che rovesciano la narrazione della mancanza di un’alternativa alle disuguaglianze crescenti e che aprono alla possibilità di trasformare i sentimenti di rabbia nella leva di una nuova stagione di emancipazione e giustizia sociale.
 
Il Forum Disuguaglianze e Diversità è insieme un think tank e un’alleanza, e nessuna delle due, visto il significato distorto che hanno assunto. È un luogo di incontro di conoscenze di due mondi, della ricerca e della cittadinanza attiva e di diffusione di informazioni e dati e di sperimentazione di metodi di confronto. È promosso da un Comitato formato da trentacinque persone e da otto organizzazioni di cittadinanza attiva (ActionAid, Caritas Italiana, Cittadinanzattiva, Dedalus Cooperativa Sociale, Fondazione Basso, Fondazione di Comunità di Messina, Legambiente, UISP). La sua missione è quella di produrre, promuovere e influenzare proposte per l’azione collettiva e per l’azione pubblica che favoriscano la riduzione delle disuguaglianze e l’aumento della giustizia sociale, secondo l’indirizzo dell’articolo 3 della Costituzione. 

Fabrizio Barca statistico-economista, ha lavorato per Bankitalia, il Ministero dell’Economia, i Comitati OCSE e UE e ha ricoperto la carica di Ministro per la coesione territoriale dal 2011 al 2013. Ha seguito progetti di ricerca (impresa, concorrenza, coesione, partiti) e strategie di politica economica. Autore di saggi e libri, ha insegnato e insegna in diversi atenei, italiani ed esteri. Oggi volontario in progetti territoriali, presso la Fondazione Basso e il Forum Disuguaglianze e Diversità.
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* info: scuoladipoliticapopolare@gmail.com 
grandecomeunacitta@gmail.com
* web: www.grandecomeunacitta.org

* accessibilità – non sono presenti barriere architettoniche
* linee ATAC – http://www.atac.roma.it
* fermata Adriatico/Lampedusa – linee 86, 90, 336, 337
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Lettera aperta alla cittadinanza del III Municipio sul DDL Pillon

LETTERA APERTA ALLA CITTADINANZA DEL III MUNICIPIO SUL DDL PILLON
Il DDL Pillon, in discussione alla commissione giustizia, stabilisce nuove norme in materia di separazione coniugale e affido dei/lle minori.
Un argomento delicato, che parla di un momento di sofferenza o fragilità, sia degli adulti sia dei minori, e che presupporrebbe lungimiranza ed equanimità.
In realtà, negli articoli del DDL 735 (Pillon), mascherato  dal presupposto della “bigenitorialità  perfetta”, c’è un arretramento delle libertà civili di tutte e tutti e in particolare per donne e bambini/e.

Mediazione familiare obbligatoria
Non scelta, e a pagamento, dovrà istruire un “piano genitoriale” in cui saranno definiti luoghi abitualmente frequentati dai figli, scuola e percorso educativo dei minori, eventuali attività extrascolastiche, sportive, culturali, formative e le vacanze normalmente godute.
Ben lontani dal modello di autodeterminazione delle persone e dei genitori, si svuota la competenza genitoriale a favore di una pianificazione ingessata dei tempi di vita dei figli. La mediazione è affidata a soggetti privati (Pillon è un mediatore familiare ed è difficile non pensare a un conflitto d’interessi), la spesa non è quantificabile e qualsiasi contenzioso (i figli crescono e cambiano le esigenze)  comporta il ricorso a una nuova fase di mediazione e il conseguente esborso di denaro. Nella stesura del piano genitoriale il/la minore non può esprimersi e non ha diritto a essere ascoltato/a, in contrasto con la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza che riconosce i/le bambini/e titolari di diritti.
In ultimo, e non per importanza, la Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, firmata anche dall’Italia nel 2012, vieta esplicitamente in questo contesto il ricorso alla mediazione familiare. Ovviamente la condizione di violenza in cui può trovarsi una donna non è volutamente contemplata dal DDL.

Viene cancellato l’assegno di mantenimento a favore di un mantenimento in forma diretta dei/lle figli/e attribuendo a ciascuno specifici capitoli di spesa. In una situazione del mercato del lavoro in cui la donna è maggiormente impiegata in lavori precari, perlopiù estromessa da posizioni apicali ben remunerate e colpita dal gender pay gap, c’è il rischio concreto che il/la minore si trovi a vivere in condizioni di disparità.
Inoltre, nel caso in cui la casa di famiglia sia cointestata ai due ex coniugi, quello che rimane dovrà corrispondere il canone d’affitto e se non è co-proprietario dovrà cessare di abitarvi.
È difficile non ravvedere in questo il mantra che negli ultimi anni si è diffuso sulla presunta “bella vita” che le donne separate fanno con gli assegni di mantenimento, mentre i padri sono ridotti sul lastrico. La separazione impoverisce tutti/e e invece di fornire sostegno materiale, con ad esempio forme di cohousing per genitori in condizioni di povertà, si dà libero corso ai peggiori istinti vendicativi nei confronti delle donne (che hanno avuto l’ardire di separarsi) che in realtà sono i soggetti economicamente più fragili.

Il DDL Pillon impedisce l’emersione della violenza e mette in pericolo le donne e i minori che cercano di sottrarsi al maltrattante
Nel caso in cui un figlio minore si rifiuti di vedere uno dei due genitori, l’altro genitore può essere accusato di aver manipolato il minore e il giudice può predisporre un provvedimento d’urgenza che prevede “la limitazione o sospensione della sua responsabilità genitoriale”. Questa norma di fatto avvalora la PAS (sindrome di alienazione parentale) e la usa come punizione, dinamica già in atto nei tribunali italiani. Se la donna denuncia violenza, o se il minore che vi ha assistito non vuole stare con il padre, è chiara la minaccia: perdere l’affidamento per la donna fino alla  collocazione obbligatoria in un istituto per il minore.

Il DDL 735 Pillon fa il paio con il DDL n. 45 (De Poli, Binetti, Saccone) presente sempre in commissione redigente che, nell’ambito di maltrattamenti in famiglia o verso fanciulli, stabilisce diversi gradi di violenza, fino  a prevedere per le ipotesi di “minore gravità” la pena del lavoro di pubblica utilità. La violenza, per essere considerata tale, deve essere sistematica, esplicata a cadenze regolari, ripetitive e frequenti. Se ti picchia una volta ogni tanto cosa vuoi che sia!

Noi non abbiamo dubbi: in ogni piazza, in ogni strada, è necessario denunciare questo disegno che colpirà la vita di donne, uomini e minori ma che si dimostra feroce per le donne che vogliono essere libere da rapporti violenti.

Saremo l’8 marzo, giorno di mobilitazione e sciopero globale delle donne, nelle strade di questo municipio e nella manifestazione pomeridiana indetta da Non Una Di Meno, e vogliamo pensare che saremo tanti/e a dire che questa vergogna va rispedita al mittente.

Terzo in Genere – Grande come una città

Ti aspettiamo! Vieni al Volantinaggio!

 

Grande come una città

IL SONNO DELLA RAGIONE. Razzismo Antisemitismo e Shoah.

Lezione Aperta nell’ambito del Ciclo di Incontri “Amare la Storia”

Razzismo, Antisemitismo e Shoah:
Taradel a Grande come una Città

Domenica 27 gennaio dalle ore 17:00 alle 19:00 presso il Municipio Roma III  (sala consiliare, piazza Sempione) il Gruppo Storia di Grande come una Città ricorderà il Giorno della Memoria con un incontro con Ruggero Taradel dal titolo Il sonno della ragione. Razzismo, antisemitismo e shoah.
L’incontro intende proporre una panoramica dei più recenti sviluppi delle ricerche e studi sul tema dell’olocausto prodotti da diverse discipline: non soltanto storia, sociologia ed economia, ma anche psicologia, neurologia e sociobiologia. Il tema dell’olocausto, infatti, rappresenta uno spartiacque decisivo nella storia dell’Occidente. La complessità delle sue cause, dinamiche e conseguenze è tale da renderlo tuttora, generalmente, un evento più condannato ed esecrato che adeguatamente conosciuto e compreso.

Ruggero Taradel, docente e direttore di programmi di studio all’estero presso Comparative History of Ideas della University of Washington di Seattle, WA, USA. I suoi campi di studio sono: I rapporti ebraico-cristiani, Storia dell’antisemitismo, Razzismo e xenofobia moderni e contemporanei. Tra i suoi libri e saggi più importanti: L’accusa del sangue. Storia politica di un mito antisemita (2002), Antisemitismo, islamofobia e razzismo di guerra (2004), Jacques Maritain e il mistero d’Israele (2006), Il vaticano e le leggi razziali in Italia e in Europa. Con Barbara Raggi: La segregazione amichevole. La questione ebraica e la Civilta’ Cattolica 1850-1945 (2000). Con Leonardo V. Distaso: Musica per l’abisso. La via di Terezin, un’indagine storica ed estetica 1933-1945 (2014) e Il veleno del commediante. Arte, utopia e antisemitismo in Richard Wagner (2017).